Una quantità di villaggi e di valli, il cui nome è preceduto dall’aggettivo windisch, era abitata da Slavi, e vasti territori delle Alpi e dei dintorni di Vienna sono designati nei vecchi atti come paesi degli Schiavoni. A poco a poco le due razze si fusero: i Vendi e i Baiovari si sono uniti in un corpo unico di nazione; ma a torto si crederebbe che l’elemento germanico abbia completamente assorbito lo slavo. Nei lineamenti del volto, nelle tradizioni e ne’ costumi, nel carattere sopratutto, i Tedeschi dell’Austria ricordano ancora la loro doppia parentela. Sebbene Tedeschi, differiscono molto dai loro fratelli della Germania occidentale.
58. - IL TERGLÙ E LE ZONE DELLE LINGUE.
Oggi, la frontiera delle due razze comincia all’angolo nord-est dell’Italia, nella piccola città di Pontebba o Pontafel, dove si parlano ad un tempo le tre lingue, l’italiano, il tedesco, lo sloveno. Ad est di questo termine di separazione, il confine molto sinuoso e complicato da un gran numero di reciproche invasioni si sviluppa verso l’oriente, coincidendo qua e là colle vette delle montagne che separano le diverse valli. Il monte Terglù trovasi già tutto nel dominio della lingua slava, ma a poca distanza dalla frontiera comune. Così pure il monte Lusciari, che ha sul vertice una cappella miracolosa, alla quale accorrono talvolta fin centomila pellegrini delle tre razze, curiosi a studiare in così grandi masse per i contrasti che offrono. Ad est di Pontebba, il confine corre dapprima tra il bacino della Gail e quello della Drava; poi ad est di Klagenfurt (Tseliovetz), città quasi interamente tedesca, va a raggiungere nella Stiria lo spartiacque fra la valle della Drava e quella della Mur, che serve di confine amministrativo comune ai circoli di Graz e di Marburg, il quale ultimo è abitato quasi interamente da Slavi.
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