Disgraziatamente queste contrade delle Alpi così ricche d’eccellente minerale di ferro e fornite per di più di miniere di rame, di zinco, di piombo, sono mal provvedute di combustibile fossile; non hanno che ligniti e torba, e quindi l’industria manifatturiera non ha potuto progredire come in Boemia. Tuttavia la Stiria è una delle regioni delle Alpi austriache in cui sorgono più numerose officine. L’altra regione è il Vorarlberg, che per le sue filature di cotone ed altre manifatture dello stesso genere appartiene al gruppo industriale che ha per centro la città svizzera di San Gallo. La Stiria produce sopratutto i ferri, gli acciai, gli oggetti di chincaglieria comune, le macchine d’ogni specie. Il lavoro delle officine, e più ancora l’estensione considerevole delle pianure coltivabili, hanno dato alla Stiria una popolazione assai più densa di quella delle altre provincie alpine.(54)
Il baluardo delle Alpi del Tirolo e della Carinzia restò a lungo, come le montagne della Svizzera, molto difficile a superare; solo qua e là s’aprivano sentieri che permettevano ai mercanti ed ai guerrieri di passare dall’uno all’altro versante. In principio del secolo, esistevano fra l’Austria e l’Italia due sole strade dirette press’a poco carrozzabili, quella del Semmering, ad est della catena, quella del Brennero, fra le valli dell’Inn e dell’Adige. L’antica via romana che varcava le montagne dei Taurisci, chiamate oggi Radstädter Tauern, metteva in comunicazione le pianure del Danubio coll’Italia, percorrendo il lungo giro del colle di Pontebba e di Aquileja.
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