Non aveva tanta importanza quanta Lauriacum (Lorch), al confluente dell’Enns e del Danubio; i Romani dominavano le provincie della Pannonia dai valichi del Tirolo e la loro principale stazione militare doveva trovarsi allo sbocco delle valli alpine seguite dai loro eserciti. Tuttavia un’altra colonia romana, Carnuntum, posta a poca distanza a valle di Vienna, dove è oggi il villaggio di Petrozell, presso Hainburg, prova che i conquistatori italiani ben avevano capito l’importanza strategica di quel bacino: ivi avevano gettato il ponte di barche che apriva loro le vie commerciali del Baltico. Più tardi, quando il golfo di Venezia diventò la gran strada dall’Italia al Danubio, Vienna dovè subito elevarsi al rango delle città potenti. La via naturale che dall’Adriatico si dirige al Danubio, passando ad oriente delle grandi Alpi per la valle della Mur, vi s’incontra con le strade del mare Germanico e del Baltico, che discendono dalla Boemia e dalla Slesia per le rive della March o Morava: ivi quindi si trova uno dei principali punti d’incrocio, se non il principale, di tutto il continente europeo. A questo vantaggio puramente geografico si univa una volta per Vienna, anche quello d’esser situata alle porte dell’Oriente, che cominciava coi primi accampamenti dei Turchi spesso molto addentrati nel territorio ungherese. Vienna era dunque da questa parte il baluardo avanzato della Germania e di tutta l’Europa occidentale; ed a quel modo che nel corpo umano la forza degli organi cresce a misura del lavoro che loro s’impone, così nel gran corpo dell’Europa la vita doveva portarsi verso la città incaricata d’operare ogni sorta di scambi col mondo orientale.
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