Quantunque la popolazione delle provincie dell’Austria propriamente detta, all’infuori di Vienna, sia quasi esclusivamente germanica, pure la folla che si accalca nelle vie della capitale rappresenta tutte le razze austro-ungariche e in minor misura quelle dell’Oriente; già nel 1856, più della metà degli abitanti di Vienna non era nata nella città. La gran maggioranza degli stranieri è costituita dagli Tzechi; su quattro individui, che si incontrano, ve n’è uno originario della Boemia. Risiedono a Vienna sessantamila Magiari, grazie alla vicinanza della loro patria di cui possono scorgere sull’orizzonte i colli turchinicci. Per cercare fortuna convengono pure nella gran città a cento e a mille Slovacchi, in gran parte per lavori di sterro, Serbi, Rumani, Greci, Armeni e perfino Zingari o Valacchi della Grecia e della Turchia; ma di tutte queste diverse razze quella che aumenta più rapidamente a Vienna, è l’israelitica.(66) Gli Israeliti, in numero di circa sessantamila, hanno la prevalenza in tutte le operazioni di banca, in tutte le speculazioni finanziarie, e per mezzo della stampa, che è quasi interamente nelle loro mani, governano in gran parte il mondo della politica e quello degli affari.(67)
Vienna è celebre in Germania e nel mondo intero come città di piaceri: l’allegria delle sue cene e delle sue feste è passata in proverbio; in nessun luogo le folle sono più gioconde e sanno meglio darsi bel tempo; i giardini ed i parchi della città, durante i giorni di riposo, sembrano trasformati in un immenso convegno di balli e di feste.
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