La linea di separazione è nettamente tracciata tra il verde delle pendici e il rosso dell’altipiano.
La cresta del Carso, che si scorge da Trieste e che si prolunga dal nord-ovest al sud-est, è parallela all’asse generale della parte occidentale dell’Illiria; le catene di colline situate sull’altipiano si prolungano nella medesima direzione verso le montagne della Croazia. Il Monte delle nevi, monte albo o nevoso, Sneznica, Schneeberg, secondo la lingua che si adopera, può essere considerato come il limite meridionale del Carso triestino, perchè ivi nasce il fiume, in gran parte sotterraneo, che riceve le acque dell’altipiano roccioso. All’ovest di questa montagna, che merita il suo nome durante tutto l’anno, a cagione della neve che rimane nelle sue tortuose cavità, c’è una depressione, che si chiamava nel medio evo «la Porta degl’Ungheresi» (Porta Hungarorum), e vicino alla quale si trova all’est l’altipiano o «Campo di Grobnik» che fu teatro di una delle grandi vittorie degli antichi Magiari; ivi passano adesso la strada e la ferrovia; ma più lungi il suolo s’innalza di nuovo per formare la cresta di Caldiera o Monte Maggiore, che domina l’Istria, racchiudendo fra le sue due punte una valle simile ad un cratere. Questo monte volge verso l’oriente i suoi più rapidi declivi, e le acque profonde del golfo del Quarnaro vengono a bagnarne la base, mentre al nord e all’ovest le sue ramificazioni si abbassano gradatamente verso la «pianura di Tchitches o Cicces» ed altri altipiani meno estesi nel suo assieme, la penisola istriota è un piano inclinato che i fiumi, discendendo verso l’Adriatico, tagliano in regolari segmenti.
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