L’opera di rimboschimento sarebbe in molti punti della Dalmazia più agevole che sull’altipiano del Carso, ma non fu ancora impresa che in tenuissime proporzioni: il piano adottato per la restaurazione delle foreste della Dalmazia non richiederebbe meno di dodici secoli per esser condotto a termine.
Gli altipiani della Carniola, della Cappella, del Vellebic e le montagne della Dalmazia sono un baluardo strategico, non solo a cagione dell’ostacolo materiale che frappongono alle comunicazioni, ma altresì per la mancanza d’acqua. Le loro rocce calcari tutte a fori e a fessure, assorbono per intero le piogge sì che non ne resta una sola goccia sulla superficie: i corsi d’acqua si devono ricercare nelle profondità delle montagne, dove l’acqua non è stata trasformata in ghiaccio dalle correnti d’aria gelata. Nessun paese d’Europa è più curioso per la sua idrografia sotterranea. La stessa Francia meridionale e il Giura non hanno negli antri delle loro rocce tanti laghi e gorghi, tanti pozzi stagnanti e acque correnti. Cascate e torrenti, confluenti e biforcazioni di fiumi, corrosioni, depositi di alluvioni o di intonachi calcari, piene improvvise, tutti questi fenomeni, che si osservano altrove alla superficie delle valli, si notano qui sotto l’altipiano del Carso, in fondo alle gallerie tenebrose. Le grotte dove si gettano i torrenti, i pozzi profondissimi, i coni dai quali si eleva la voce sorda delle acque, infine, le ondulazioni delle valli soprastanti permettono di studiare il corso dei fiumi sotterranei.
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