Così una delle voragini più profonde della grotta di Verlizza, nella Dalmazia centrale, vicino alle sorgenti della Celtina, secondo i Morlacchi indigeni è proprio una delle porte dell’inferno, mentre in uno degli abissi vicini abita una strega che vaga la notte per ghermire i fanciulli e mangiare loro il cuore. Poco lontano da Ragusa vi è un’altra celebre caverna, che si dice sia la grotta del serpente d’Esculapio.
«In fondo all’antro v’è un magnifico bacino d’acqua limpida dove stanno tre monete di una virtù magica; ma nessuno può impossessarsene, perchè un serpente veglia su di esse e guai all’audace che s’accostasse al bacino!» Uno dei fatti che hanno maggiormente colpito l’immaginazione del volgo e l’hanno trascinato a popolare di mostri l’interno delle rocce, è questo, che in molti luoghi, specialmente nell’isola di Melada e sul vicino litorale, nelle paludi della Narenta, si sentì talvolta rimbombare sotto il suolo nei giorni d’estate, particolarmente alla levata e alla caduta del sole. Questo strano fenomeno, che ricorda il canto mattutino della statua di Mammone, ed ha un riscontro nella musica delle rocce riscaldate udita dai viaggiatori nel deserto di Atacama sul Sinai, sulla vetta del Monte Bianco, alla Maladetta,(98) deriva senza dubbio dal passaggio dell’aria alternativamente dilatata e condensata, tra le fessure delle grotte sottostanti. Nell’autunno del 1825 i rimbombi dell’isola di Melada furono così formidabili, che, dicesi, la maggior parte degli abitanti fuggisse nel vicino continente.
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