Inoltre, a Zara e in molti altri punti del litorale istriano e dalmata, il suolo non ha cessato d’abbassarsi, come si è constatato dopo i tempi storici, e in seguito a ciò l’opera di corrosione ha potuto progredire maggiormente nell’interno e prolungare così gli orli bizzarri che frastagliano il litorale. Si scorgono ancora in Istria, a pochi metri sopra il livello del mare, gli avanzi delle antiche città di Lipari e di Metelino; l’isola di Cissa, presso a Rovigno, celebre ai tempi dei Romani per le sue tintorie, si abbassò lentamente e disparve nel secolo ottavo:(99) il Vrana, vicino alla Narenta, cessò nel 1630 d’essere un lago d’acqua dolce e diventò un lago d’acqua salsa, a cagione precisamente dell’abbassamento del terreno, e dell’irruzione delle acque marine che ne è derivata.(100) Pricot di Sainte Marie cita però un fatto che contraddirebbe all’ipotesi di un abbassamento generale del litorale. La Narenta era nei tempi andati molto più accessibile alle navi, e i Veneziani vi si addentravano molto più di quello si possa oggi giorno. Devesi ritenere che ciò accada per effetto di un rialzamento parziale, o soltanto in causa delle alluvioni che s’avanzavano a poco a poco nel mare e cambiano il delta in laghi e stagni?
PANORAMA DELLE BOCCHE DI CATTARODisegno di Riou, da una fotografia.
Uno degli estuari più notevoli del litorale illirico è quello nel quale mette foce il fiume Kerka, il Titius dei Romani fra Zara e Spalato: è insieme un fiume, un lago, un braccio di mare. Al di sopra di Scardona, la Kerka, divisa in due braccia, si precipita da una roccia per una cascata semicircolare come quella del Niagara, un Niagara in miniatura, le cui acque, sollevandosi in schiuma, si rompono in sei rimbalzi successivi sulle sporgenze della rupe.
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