Parecchi villaggi di pescatori si dispiegano nei seni o si nascondono a metà fra il verde delle valli; vecchi muri, torri in rovina si innalzano sugli scogli in mezzo all’acqua azzurra; guglie di rocce nude indorate dal sole si rizzano al di sopra delle vigne, degli oliveti, dei cedri; dovunque si vede delinearsi nel cielo la vetta frastagliata delle montagne. Nell’Europa mediterranea, che è tanto ricca di grandiosi panorami, vi sono pochi golfi che rivaleggino per bellezza di posizioni sempre nuove colle Bocche di Cattaro.
Dalle montagne e dagli altipiani liburnici e dalmati, è maravigliosa la vista di questo dedalo di isole e di scogli, così regolari nella loro formazione, eppure tanto diversi di volume e d’altezza. Distese come sopra un’immensa carta, queste terre bianche o rosse, appena rigate da nere striscie di boschi contrastano colle acque azzurre dei canali e delle baie dell’Adriatico, simili a laghi.
77. -- BOCCHE DI CATTARO.
Tutte queste isole si distinguono per qualche specialità. La gran terra del nord, l’isola di Veglia (in slavo Krk, Kerk), è quella che più rassomiglia al continente, dalla quale è divisa soltanto dal canale poco profondo di Maltempo; Cherso o Krè, più indipendente, perchè con tutto il suo arcipelago di piccole isole è circondata di stretti e di golfi che hanno più di 50 metri di profondità, è quasi completamente riunita all’isola di Lussin: il canale che separa queste due catene di montagne calcari non è che una specie di goletta, larga da 5 a 6 metri, una cavanella, scavata forse dalla mano dell’uomo nell’epoca romana, per evitare alle barche che entravano solitamente il giro dell’isola;(101) il flutto che passa in questo stretto versa alternamente la sua corrente al nord e al sud, secondando la marea ed i diversi fenomeni di pressione atmosferica e di evaporazione nei due bacini del Quarnaro e del Quarnarolo.
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