84. -- SPALATO ED I SETTE CASTELLI.
Spalato (Spliet, Spalatro), conserva il nome leggermente modificato del palatium di Diocleziano, che esiste ancora in parte ed è uno dei più vasti ruderi dell’architettura romana. Quando la città romana di Salona fu distrutta dagli Avari, i suoi abitanti si rifugiarono in gran numero nel palazzo imperiale, dove oggigiorno capiscono comodamente quasi quattro mila persone; le case moderne sono appiccicate come gabbie ai muri delle camere del palazzo, e le carrozze passano nei suoi corridoi. La cattedrale di Spalato, unita al palazzo, era un antico tempio di Giove, che non ostante sia stato guastato da costruzioni posteriori per adattarlo al nuovo culto, rimane però ancora uno dei monumenti più curiosi della penisola illirica: ora si lavora per sgomberarlo dalle casupole che l’attorniavano, e il selciato romano è riapparso ripulito dalla polvere dei secoli. Evvi pure a Spalato, un altro tempio meglio conservato, quello di Esculapio, e sull’area dell’antica Salona, sulla quale sono ora costrutte le povere case del villaggio di Solin, si scorgono i resti delle mura e delle porte di un anfiteatro e di un acquedotto. Spalato, più popolosa della capitale della Dalmazia, trovasi pure meglio situata per la facilità delle comunicazioni coll’interno della provincia e delle regioni conquistate sulla Turchia: la breccia di Clissa, che si apre al nord nelle montagne e che è stata utilizzata per la costruzione d’una ferrovia, assicura a Spalato un importante avvenire commerciale.
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