85. -- LETTI SOTTERRANEI DEGLI AFFLUENTI DELLA NARENTA.
     
     
      Le grotte, i coni, i fiumi sotterranei compiono la rassomiglianza delle montagne della Bosnia con quelle del Giura. Anche in queste si rinvengono qua e là fra le rocce, baratri profondi da 20 a 30 metri, i quali sembrano piccoli crateri. Vari fiumi si vedono sgorgare d’un tratto alle falde d’una collina, in un’abbondante fonte d’acqua azzurra, scorrono su d’uno spazio di qualche chilometro, e spariscono repentinamente nella fessura d’una roccia. Specialmente gli altipiani dell’Erzegovina sono ricchi in fenomeni di questo genere. Come nel vicino Montenegro il suolo è sparso di abissi o ponor, in fondo ai quali scompaiono le acque pluviali. Le vallate cieche e gli occhi (auges) presentano dovunque tracce di correnti d’acqua e di laghi temporanei; anzi, durante le stagioni piovose, i serbatoi sotterranei straripano ad ogni tratto alla superficie, ordinariamente però gli abitanti sono costretti ad attingere l’acqua nelle cisterne, o ad andarla a cercare a gran distanza. D’altronde il regime idrografico di questa contrada frastagliata per ogni verso muta di anno in anno. Laghi indicati già sulle carte, ora più non esistono, perchè le gallerie interne della roccia si sono liberate dalle alluvioni che le ostruivano: altrove nuovi laghi si formarono, perchè i condotti si sono guastati. Nulla v’ha di più strano del corso della Trebinscizza, nell’Erzegovina occidentale; essa comparisce, dispare, per ricomparire ancora: uno dei suoi rami, ora visibile, ora nascosto, va ad unirsi alla Narenta, traversando la pianura di Kotesi, a vicenda arida campagna o bel lago pieno di pesci.