» Bey o spahis, i bosniaci maomettani costituivano l’elemento più retrogrado della Turchia, e spesse volte, specialmente nel 1851, si sollevarono per mantenere in tutta la sua rigidità la loro antica tirannide feudale. Come città musulmana, Sarajevo, posta direttamente sotto la protezione della sultana-madre, godeva privilegi esorbitanti; formava quasi uno Stato nello Stato, più avverso ai cristiani della stessa Sublime Porta.
Anche oggidì i musulmani della Bosnia possiedono in proporzionali proprietà fondiarie molto più vaste; ma ciò non è che temporaneo. I bey musulmani che emigrano a Costantinopoli dopo la guerra vendettero in gran parte le loro terre ad emigrati del-l’Annover, del Würtemberg, del Tirolo, ai quali il governo procurò altri grandi vantaggi; concesse loro il suolo per le case e pei giardini e li esonerò dalle imposte durante dieci anni. Accordò pure terreni da pascolo ai coloni che accorsero in numero abbastanza grande per costituirsi tosto a comuni.(141) Il suolo era diviso in spahilicati o feudi musulmani, che si trasmettevano seguendo il costume slavo, non per diritto di primogenitura, ma indivisi a tutti i membri della famiglia; questi sceglievano per capo, ora il più anziano di loro, ora il più valoroso, quando si trattava di andare a battersi. I paesani cristiani, poi, erano obbligati non è molto a lavorare pei musulmani, non più come servi, ma come giornalieri, lavorando a mese o ad opera: i più fortunati godevano di una certa parte dei benefici dell’associazione, ma ne sopportavano proporzionatamente i maggiori pesi.
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