Il paese è diviso in sei distretti, denominati al pari dei loro circondari, dalle città e sono quelli di Bihaes, Banjaluka, Doljatuzla, Travnik, Sarajevo e Mostar.(147)
La Bosnia non è ancora riunita ad una delle due metà dell’impero, Cislaitania e Traslaitania; le Delegazioni ed i due Parla-menti non esercitano su di essa la minima influenza diretta; l’amministrazione dipende dall’imperatore senza l’intermedio di rappresentanti ufficiali.
L’Erzegovina è piuttosto un nome geografico, senza valore politico o amministrativo, e si trova quasi interamente compresa nel distretto di Mostar.
Sotto l’aspetto religioso, il paese è stato diviso in quattro diocesi cattoliche romane, con un arcivescovo, che risiede a Sarajevo. Il patriarca della Chiesa greca è indipendente dalla Serbia, ma i musulmani hanno mantenuto il diritto di amministrare i loro beni religiosi vakuf sotto la direzione delle autorità religiose di Costantinopoli.(148)
CARNIOLA, CROAZIA, SLAVONIA.
Al nord della Bosnia, pare che i paesi slavi, i quali fanno parte della monarchia austro-ungarica, dovrebbero unirsi in uno stesso gruppo amministrativo e politico, trovandosi sul medesimo versante, ed essendo abitate da popolazioni di un’origine comune. Nondimeno sono divisi in due parti. L’Austria tedesca, che custodisce gelosamente i passaggi delle Alpi e la via dell’Adriatico, volle avere per sè gli Sloveni della Carniola (Kraïn) o Paese della Frontiera, mentre l’Ungheria si è assoggettati i Serbi e i Croati della mesopotamia fra la Brava e la Sava.
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