Gli Slavi meridionali non subiscono però di buon grado il diritto del più forte: i Croati, che sono i più solidamente vincolati, si affidano nello stesso tempo ai loro fratelli slavi che sono al di là della frontiera ed all’antico diritto storico del regno trino ed uno, Slavia-Croazia-Dalmazia, per tentare di riconquistare poco a poco la loro autonomia nazionale. Benchè ancora lontani dal raggiungimento del loro scopo, almeno hanno saputo farsi rispettare, e nella lotta delle nazioni che si agitano nel seno della monarchia austro-ungarica, la loro influenza è delle più efficaci. È passato il tempo in cui i Magiari potevano ripetere il proverbio insultante: «Il Serbo non è un uomo!» Nel 1848 e nel 1849, hanno imparato, a comune danno, che i Croati erano nemici temibili. Per la loro reciproca inimicizia, i due popoli rimasero per una generazione di più in balia della burocrazia viennese; uniti, quando l’alleanza fosse stata possibile, avrebbero avuto la gloria di fondare la libera federazione dei popoli danubiani, e si sarebbero risparmiate guerre sanguinose, spaventevoli stragi e disastri forse irreparabili!
Benchè divisi politicamente, tutti i paesi della Cislaitania e della Traslaitania oltre la Sava costituiscono però virtualmente una forte unità nazionale che deve essere tenuta in conto anche da quelli che rifiutano di riconoscerla. Gli avvenimenti lasciano dietro loro un’ombra lunga e malgrado la Jugo-Slavia non esista ancora, si vede chiaramente che essa si prepara da lungo tempo.
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