È questa una delle grandi difficoltà del problema dell’aggruppamento politico conosciuto sotto il nome di questione d’Oriente. Una manovra diplomatica sbagliata degli Austriaci o degli Ungheresi, una qualsiasi imprudenza, possono rompere il presente equilibrio e costituire finalmente la nazione Jugo-slava. La Croazia ungarica sembra designata, mercè la cultura acquistata e il patriottismo nazionale che vi si è sviluppato, come il centro naturale di questo mondo in formazione, benchè la differenza di religione fra i Croati cattolici romani ed i Serbi greci abbia avuto per conseguenza odii inveterati e quindi ritardato lo svolgersi delle comuni aspirazioni. Non v’ha città o grande comune croato che non abbia la sua «società di lettura» o citaonica, che ha per iscopo principale di agevolare lo studio della lingua serbo-croata, e si occupa eziandio di tutto ciò che ha relazione cogli interessi politici della nazione; spesso si ode risuonare nelle assemblee il canto di guerra: uboj za narod svoj, «alla pugna pel nostro popolo!» La Croazia è piccola e scarsamente popolata, ma per la sua posizione geografica ed anche per le risorse tuttora latenti, come una riserva per l’avvenire, è un paese di un’importanza eccezionale. Durante l’ultima insurrezione dell’Erzegovina contro i Turchi, la popolazione della Croazia si accrebbe di circa 100,000 fuggiaschi, e senza dubbio la maggior parte di quelli che la fame, la miseria, le malattie non hanno uccisi, si sono stabiliti definitivamente nel paese che li raccolse.
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