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Le grandi Alpi prolungano le loro diramazioni orientali fino nella Slavia austriaca, poichè il Grintuz dei monti Karavanka eleva ancora al nord del Laibach (Ljubljana, Lubiana) la sua piramide di rocce a due chilometri e mezzo di altezza; all’est di questo limite delle Alpi nevose, le montagne che penetrano nella mesopotamia croata fra la Drava e la Sava non hanno però più che una leggera elevazione. Solo al nord di Zagreb (Agram o Zagabria), alcuni gruppi, la Slemje e l’Ivancica, sorpassano ancora i 1000 metri colle più alte cime; al di là le ondulazioni del suolo diminuiscono mano mano, ed a Diakovo si perdono completamente sotto lo strato orizzontale dei terreni di trasporto. Più lungi una sola collina isolata sorge nelle pianure: è il Vrdnik (Verdnik o Fruska Gora) coi pendii rivestiti di vigne; un ammasso di rocce cristalline sul quale sono cosparsi torrenti di lava; alcune moderne formazioni la circondano come d’un manto. Ai piedi di questo gruppo un isolotto circondato da alluvioni è formato dalla protuberanza vulcanica sulla quale è costrutta la fortezza di Petrovaradin. Le montagne della Slavia austro-ungarica, pochissimo esplorate, sono composte di terreni stratificati, principalmente del periodo terziario. Oltre la Fruska Gora, esistono in quella provincia due ammassi di rocce eruttive; la Slemje dei dintorni di Zagreb, e più all’est le colline di Garic o di Moslavin, che innalzano le loro cime, ricoperte di foreste, al disopra della pianura d’inondazione dove si riuniscono la Sava, la Lonja e l’Ilova.
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