Al sud-ovest, le montagne della Croazia si confondono colle creste calcari, colle valli parallele, e cogli abissi sprofondati dell’altipiano liburnico: ivi si elevano il Bittoray, le curve frastagliate della Grande e della Piccola Kapella, la Pljesivica e il Vellebic;(150) però questa regione dei monti liburnici, benchè non sia meno pietrosa dell’altipiano Istriano, ha il vantaggio di possedere ancora immense foreste sul versante orientale, come una gran parte della Croazia interna; le disuguaglianze del suolo sono nascoste dalle foglie cadute, dal muschio e dalle zolle erbose. I faggi e i più alti pini crescono nelle montagne dell’altipiano, mentre i pendii inferiori rivolti verso il bacino della Sava e le basse pianure sono sparse di stupendi querceti, i più belli d’Europa: sono quelli che forniscono al commercio di Trieste e di Fiume le enormi quantità di legnami che si mandano in Francia per la fabbricazione delle botti. Se gli Inglesi e i Tedeschi parlano con orgoglio della «quercia britanna» e della «quercia teutona» i Croati possono con maggior ragione reclamare la nazionalità di quest’albero superbo, il più maestoso delle foreste dell’Europa: ma se vogliono preservarlo dalla distruzione bisogna che provvedano prontamente, perchè gli industriali comprano le loro foreste cedue a migliaia di ettari la volta per un valore che aumenta assai rapidamente.(151) È triste vedere nelle vicinanze delle città e lungo le ferrovie enormi tronchi imputridire negli stagni, cataste di legnami gettati senza ordine sul suolo e grandi estensioni dove non restano che miseri ceppi e non s’innalza più un solo arboscello.
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