In virtù della legge che modifica l’ordinamento amministrativo dei Confini Militari, la metà del prodotto della vendita dei boschi demaniali del territorio deve essere impiegata ai lavori pubblici in generale e sopra tutto all’incanalamento del fiume, mentre l’altra metà è attribuita ai comuni. Forte di queste risorse finanziarie, il governo ha deciso che la Sava sarà rettificata e diminuita di 155 chilometri in lunghezza per mezzo di ventinove tagli, liberata dai suoi bracci per mezzo di argini laterali, approfondita e risanata dalla soppressione dei letti secondari;(153) è molto desiderabile però che questi lavori si compiano in modo che non cagionino disastri i quali ne rendano illusori i vantaggi.
Frattanto il gran fiume che non è ancora traversato da nessun ponte al disotto di Zagabria, si spande liberamente nelle campagne. Il maggior lavoro idraulico che si è compiuto sinora nel suo bacino è un canale romano, chiamato «canale di Probo» che prosciuga in parte le paludi della Sava al sud delle Fruska Gora, e che è stato probabilmente scavato nel terzo secolo.(154)
Nella maggior parte delle valli, mentre da un lato vi è gran copia d’acqua, dall’altro questa è estremamente scarsa. Come sul versante dell’Adriatico le stratificazioni del versante della Sava sono disposte a guisa di un immenso edifizio a gallerie sovrapposte, che comunicano fra di loro: le acque si gittano da una cavità per entrare in un’altra e ricomparire di nuovo alla bocca di qualche caverna. Fra Signa (Zengg) e Ogulin, ai due lati della Capella, si scorgono in maggior numero le tortuosità dei fiumi che appaiono e scompaiono, senza cagione manifesta.
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