Gli Sloveni sono di razza più mista dei Croati. Vivendo nelle valli per le quali è giocoforza passare fra le pianure del Danubio e il mare Adriatico, sono stati continuamente agitati come l’acqua di uno stretto e si sono mescolati al residuo di tutte le bande guerresche e commerciali che li hanno visitati.
UN PAESAGGIO DEI CONFINI MILITARIDisegno di D. Lancellot, dal naturale.
Fuori della Russia, la Slavia ungherese è la regione del continente dove i contadini hanno meglio conservato le pratiche della coltivazione in comune, usata generalmente nel medio evo in una gran parte dell’Europa. Nonostante il diritto romano che favorisce la proprietà privata a detrimento del lavoro in comune, quasi tutti i contadini slavi della Croazia e dei paesi limitrofi continuano a coltivare le loro terre associati in gruppi, e questa «comunanza domestica» è consacrata da parecchie leggi recenti. La proprietà indivisa, che si estende in media per uno spazio di 15 a 30 ettari, comprende campi, boschi, praterie, e mantiene grosso e minuto bestiame, e polli in abbondanza; i prodotti della terra e del bestiame bastano a tutti i bisogni della comune famiglia. L’associazione o zadruga, composta di dieci, venti, e persino di cinquanta o sessanta persone, non è una famiglia patriarcale ma una piccola repubblica che discute liberamente i proprii interessi e nomina un capo o direttore, dormacin o gospodor, ed una massaia. Di sovente il più vecchio d’età è scelto per amministrare gli affari comuni, ma quando la sua intelligenza si indebolisce, gli nominano un successore.
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