Per lungo tempo i minatori d’Idria ebbero con quelli di Almaden in Spagna il monopolio della vendita del mercurio, ed anche adesso, per la loro produzione annuale di circa 320 tonnellate, esercitano una considerevole influenza sul mercato dei metalli preziosi. Si è calcolato che la vena principale che resta a sfruttare contenga ancora 25 milioni di chilogrammi di mercurio. Il lavoro delle miniere d’argento vivo è dei più dannosi per la salute: nel secolo scorso, vi si impiegavano soltanto i condannati ad una morte affrettata, perchè non escivano dalle profondità della terra fino a che rimaneva loro un resto di forza.(161) Nel distretto d’Idria, fra i minatori e i boscaiuoli, sono più numerosi i mangiatori d’arsenico. Sembrano soddisfatti di questa abitudine e possono raggiungere un’età avanzata; le dosi di dieci grammi che prendono ogni 10 giorni ed anche due o tre volte per settimana sarebbero più che sufficienti per far perire individui non abituati a questo veleno.
Oltre le miniere d’Idria, la Jugo-Slavia austriaca possiede importanti giacimenti di ferro nella Carniola, specialmente nella valle di Feistritz e sul versante orientale degli altipiani croati, miniere di zinco e di piombo nell’alta valle della Sava, di zolfo a Radoboi, vicino a Krapina, poco lungi dalle frontiere della Stiria; vene di rame a Sarnobor, vicino a Zagabria, strati di lignite, cave di marmo, e nulla più. È bensì vero che le montagne tuttora male esplorate delle frontiere della Bosnia possono nascondere molti tesori: in molti abissi del Carso si sono già scoperti massi di concrezione ricchi di metallo.
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