L’industria manifatturiera vi è pure assai poco avanzata in proporzione di quella del resto dell’Austria, e le ultime ferrovie della rete dell’Europa centrale si arrestano a Sissek, al confluente della Sava e della Kupa o Kulpa. Verso l’Oriente, il paese, tuttora sprovvisto di strade ferrate, non può avere che un traffico locale; la sola via del commercio europeo in questa direzione è fornita dal corso sinuoso della Sava. Verso il sud, il movimento degli scambi è quasi nullo. Nessun viaggiatore tranne qualche ardito geologo di tratto in tratto, cerca di recarsi direttamente dalla Croazia alle rive dell’arcipelago; non è dubbio però che in un vicino avvenire una delle grandi vie delle nazioni continuerà la ferrovia da Zagabria a Sissek verso Salonicco, riunendo così la Manica e il mare del Nord al mare Egeo.(162)
La città principale della Jugo-Slavia austriaca è Lubiana (Laibach), il cui nome tedesco è diventato francese a cagione degli avvenimenti compiutisi colà durante la guerra della Repubblica e dell’Impero; però il suo vero nome sloveno è Ljubljana. Essa succedette come capitale della Carniola a Krainburg, situata più al nord su d’una roccia che domina il corso della Sava. Lubiana occupa la posizione dell’antica Emona, che fu distrutta dagli Unni nella metà del secolo quinto. La sua situazione è importantissima dal punto di vista strategico e commerciale, essendo un luogo di passaggio necessario sulla via principale dall’Adriatico al Danubio: nella gola, la cui entrata è vigilata dalla città, va a metter capo la strada dal colle di Nauportus, o Lubiana superiore (Gornja Ljubljana) alla Sava.
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