Il centro di questo paese così nettamente delineato è occupato da una vasta pianura che fu già lago; altri bacini secondarî, quello di Presburgo all’ovest e quello della Transilvania all’est formano, il resto dell’immenso anfiteatro, riunendosi alle campagne dell’Ungheria centrale per la pendenza del suolo e pei versanti delle acque. Ugualmente la razza più considerata del paese, quella che per la forza dell’armi, come per l’influenza del linguaggio, delle istituzioni e dei costumi, gode da secoli di una supremazia nella regione dei Carpazi, occupa la grande pianura situata ai lati del Danubio, e gli altri popoli sono ripartiti all’intorno in modo che mettono capo verso la nazionalità dominante costrettivi da tutti i loro interessi materiali. Così, non ostante le invasioni, le guerre e gli odii cittadini, i diversi popoli dell’Ungheria a cagione della spiccata unità del loro territorio hanno dovuto rimanere quasi sempre aggruppati, per volontà o per forza sotto lo stesso ordinamento politico. Soggiogati dalla Turchia e più tardi dall’Austria, si sono conservati riuniti in un solo stato autonomo, fiero d’aver riconquistato le apparenze della sua indipendenza. Ora quali saranno i suoi destini? Un grande cambiamento d’equilibrio deve certo seguire nell’Europa danubiana; ma qualunque sia il futuro agglomeramento politico dei popoli dell’Oriente, la nazione che si trova nell’immensa arena circondata dai Carpazi avrà sempre la maggior influenza nel territorio da essa conquistato o difeso.
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