Ai due lati del bacino il cui fondo è tuttavia occupato dal Balaton, dal velo d’acqua orientale e dal lago di Velencze, e più al sud, sul versante rivolto al confluente della Drava e del Danubio, tutti i solchi aperti dalle acque indicano egualmente il rapido movimento di ritirata fatto da un lato e dall’altro. In seguito a queste grandi erosioni, molti scoli di lave sono divenuti altipiani isolati, e getti di basalto, sbarazzati dalle rocce che stavano loro attorno come una guaina, sono rimasti in risalto come torri.(171)
92. -- PORTA UNGARICA.
Se quel tratto di cinta formato al sud-ovest dell’Ungheria dalle montagne del sistema alpino è tagliato da larghe brecce, il grande emiciclo di alture al quale i geografi, dopo Tolomeo, hanno conservato il nome slavo di Carpazi (172) presenta invece una barriera continuata, di circa 1,450 chilometri di giro tagliata soltanto da un piccolo numero di valli e di gole, dove i torrenti si aprono a stento un passaggio fra i massi. Da nord-ovest all’est e al sud, il bacino dell’Ungheria è in ogni parte nettamente circoscritto da colline e da montagne che lo separano dalla Moravia, dalla Galizia, dalla Bukovina e dalla Rumania. All’infuori di qualche gola e dei colli utilizzati per costruirvi strade o ferrovie, gli Ungheresi non hanno altre vie per comunicare agevolmente coll’Occidente o coll’Oriente fuor delle due porte che si è aperto il Danubio fra le Alpi e i Carpazi. La «Porta Ungarica» di Presburgo nella parte superiore, e la celebre Porta di Ferro d’Orsova nella parte inferiore, sono le sole uscite naturali che mettono le popolazioni circondate dalla cinta dei monti in agevole comunicazione cogli altri popoli.
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