Questa rapida scomparsa delle nevi del Tátra si attribuisce all’erta pendenza delle sue sommitŕ. Fra le grandi Alpi e il Caucaso non v’č gruppo piů importante di questo. Quando lo si contempla dalle montagne che si elevano al sud come un naturale osservatorio, si č colpiti dallo scoscendimento dei suoi fianchi, dal vigore delle sue creste, dal declivio dei suoi bruschi pendii, delle sue piramidi, delle sue creste a denti di sega; benchč sia formato di rocce cristalline, ha tutto il profilo ardito, tutta la bizzarria di contorno che si nota specialmente nelle dolomíe e nei calcari. In nessun punto del Tátra si scorgono lunghi gioghi o pendii graziosamente inclinati, e sono rare le zolle erbose; ovunque al disopra del lembo verde delle foreste si mostrano muri scoscesi e declivi di pietre confusamente spaccate. Le due cime di Lomnicz e di Késmárk, separate da una grande fessura che gli indigeni designano col nome di Forca, sono fra quelle d’aspetto piů formidabile; perciň si č creduto per molto tempo che la punta di Lomnicz fosse la piů alta del Tátra. Eppure essa lo č meno del Nakottlu o punta di Gerlachfalva, che s’innalza nel centro del gruppo, a nord della penisola dei Balcani ed č la piů alta sommitŕ dell’Europa orientale.
Č abbastanza strano che in un gruppo di montagne cosě poco esteso come il Tátra, e che presentano da ogni lato scoscendimenti rapidi vi siano laghi cosě numerosi; Hradszky ne ha contato 112, 74 dei quali sul versante meridionale.(173) Sono perň assai piccoli la maggior parte: il piů vasto, denominato dai Polacchi Vielki Stav o il «Gran Lago» misura appena 35 ettari di superficie.
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