Ogni goccia che stilla dalle sorgenti dei Carpazi finisce, di giro in giro, per raggiungere le basse pianure dell’Ungheria e passa per la gola delle Porte di Ferro; soli il Sil, l’Aluta e il Bodza o Buseo di Transilvania si recano direttamente nel basso Danubio per le gole delle montagne. Questa convergenza particolare di tutte le acque del paese magiaro ebbe per risultato di dare alle popolazioni una maggiore unità politica. Ne derivò loro un grande vantaggio; ma dal punto di vista degli scambî d’ogni specie colle nazioni circostanti la rete fluviale non potrebbe essere più difettosa. Tutte le vie naturali che traccia al commercio allontanano dai paesi stranieri anzichè avvicinare ad essi, e il movimento degli abitanti della periferia verso il centro è grandemente diminuito per la mancanza d’uscite. Idrograficamente esistono due soli passaggi agevoli, e sono quelli che presentano le due porte danubiane: una che conduce insù verso l’Austria e la Germania l’altra in giù verso la Rumania, la Turchia e il mar Nero. La prima di queste porte non frappone ostacolo alla navigazione, la seconda è stata fino a questi ultimi tempi ostruita da scogli pericolosi; anche il mar Nero, dove sbocca in fiume, è ormai quasi otturato, a guisa di serbatoio lacustre più che come bacino marittimo. Prima della costruzione della strada e delle ferrovie era una specie di angiporto circondato da regioni semi-deserte o popolate da tribù barbare. Quanta maggiore importanza avrebbe avuto l’Ungheria nel commercio e nel movimento industriale del mondo, se il fiume che l’attraversa sboccasse non nelle acque malsicure del Ponto Eusino, ma nell’Adriatico o in un altro golfo aperto al Mediterraneo?
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