95. -- PASSAGGIO DI VISEGRAD.
     
     
      Fra le isole innumerevoli intorno alle quali si diramano le acque del Danubio, le due piů considerevoli che cominciano immediatamente sotto l’apertura di Presburgo, hanno uno speciale carattere geologico. Non sono semplici isole di alluvione, come si potrebbe ritenere dal loro nome di Schütt, che si avvicina al tedesco schutt, e vuoi dire rottami, macerie; gli Ungheresi, che sono i soli abitanti della grande isola, le danno il nome di Czallóköz, che č antichissimo e corrisponde alla parola Mesopotamia. Il fiume, nell’uscire dalla «Porta Ungherese» aperta fra gli ultimi contrafforti delle Alpi e quelli dei Carpazi, si divide subito in molti rami e forma un vero delta, residuo di quello pel quale metteva foce in addietro nel mare interno dell’Ungheria occidentale. Da ogni lato delle due braccia principali del fiume, cioč il grande e il piccolo Danubio, serpeggiano in meandri innumerevoli alcuni canali secondarî che si perdono nelle campagne e diventano affluenti, l’uno della Vag l’altro della Leitha e della Raab o Rába. Raccolte da questi fiumi, le acque disperse del Danubio ritornano verso il letto principale e contribuiscono cosě a formare grandi isole, le quali sono divise alla lor volta in una quantitŕ di isolotti secondari da canali naturali o scavati dalla mano dell’uomo. Nel suo complesso, la grande isola di Schütt, difesa alla sua punta orientale, fra il Danubio e la Vag, dalla poderosa fortezza di Komárom o Komorn, ha una superficie non minore di 1,550 chilometri quadrati.