96. - MEANDRI DEL DANUBIO E DELLA DRAVA.
A valle di questo antico delta lacustre il Danubio, riunendo tutte le acque in un canale unico, è costretto a passare per una seconda gola fra il gruppo del Pilis e quello di Nógrád (Novigrad o Castello Nuovo), chiamato pure della «Montagna fredda.» Questo stretto passaggio, che mette in comunicazione la grande pianura dell’Ungheria con quella che le serve di accesso ad occidente, doveva necessariamente acquistare una grande importanza storica: fra i diversi edificii che sono eretti sui promontori, le torri rovinate della fortezza di Visegrád, nella quale era conservata la corona di S. Stefano, ricordano ancora la diligenza colla quale i sovrani custodivano questa porta del loro regno; ivi si trovava pure il bel palazzo di Mattia Corvino, onde gli storici descrivono gli splendori. Poco al disotto di questo passaggio si sono stabilite, l’una di fronte all’altra come due sentinelle, le due capitali dell’Ungheria, formanti oggidì un’unica città, Buda e Pest. L’apertura del Danubio da Visegrád a Vácz si può considerare come il punto centrale di tutta la gran rete idrografica. Ivi il fiume la cui inclinazione generale era prima da occidente a oriente, si piega repentinamente verso il sud per discendere nella direzione del meridiano per quasi tre gradi di longitudine. Pare strano che il Danubio invece di attraversare diagonalmente tutta la grande pianura dell’Ungheria, la circondi così all’ovest e al sud. La ragione di questo fenomeno si trova nel modo di formazione delle terre alluvionali che hanno gradatamente colmato l’antico lago.
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