Più che alla grandiosa bellezza delle sue sponde, la Porta di Ferro deve alle sue pericolose scogliere la celebrità del nome. È il punto più temuto del Danubio giacchè si sono infranti contro le sue rocce ed affondati nei suoi gorghi non solo bastimenti a remi ed a vela, ma eziandio parecchi battelli a vapore. È tanta la disuguaglianza del corso in quel pericoloso passaggio che nel principio si trova appena un piede d’acqua corrente, mentre nella corrente della terza cateratta la profondità del letto raggiunge 50 metri, vale a dire un livello inferiore di 11 metri a quello del mar Nero. Appena nel 1846, dodici anni dopo l’introduzione dei battelli a ruote sul basso Danubio, si arrischiò per la prima volta di lottare a forza di vapore contro la violenza dei vortici. Anche oggi le compagnie di navigazione sono costrette a tenere due flottiglie di battelli, l’una al disopra, l’altra al disotto di Orsova, mentre talune navi di una speciale costruzione servono a passare le rapide correnti durante la stagione favorevole, vale a dire dal marzo al luglio. Accade non di rado di vedere sulla strada alzaja fino a cinquanta uomini attaccati come bestie alla corda di una piccola barca.(195)
È certamente vergognoso per l’Europa che si siano lasciati sussistere fino ad oggi simili ostacoli alla navigazione di un fiume che è la via naturale del commercio per una metà del continente e che ha esso solo una portata due volte superiore a quella del Volga.(196) Da Traiano in poi non si è fatto quasi nulla per scemare i pericoli di quel passaggio: appena sono stati distrutti taluni scogli più temibili che ostruivano la corrente, e la diminuzione che ne è derivata nella portata media delle acque ha bastato a contrabbilanciare i vantaggi ottenuti da questo primo lavoro.
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