Nei numerosi e tristi monticelli che fiancheggiano le rive della Tisza e dei suoi affluenti si trova appena qualche istrumento di pietra; le armi e gli utensili sono quasi tutti di osso di bisonte o di corno di cervo.(203)
Da lungo tempo il bacino occidentale che si trova fra le due strette superiori del Danubio, le porte di Presburgo e di Visegrád, ha perduto il suo antico aspetto; al nord del fiume, le sue campagne sono interamente coperte di ricche coltivazioni che gli valsero nome di «Giardino d’Oro;» ma in quella feconda pianura, dalla quale si scorge da ogni lato un orizzonte di colline o di montagne, nulla fa pensare alle steppe dell’Oriente od alle vaste praterie americane. Perň la grande mesopotamia ungherese, bagnata dal Danubio, dalla Tisza e dalla Maros conserva ancora in parte il suo aspetto primitivo. I Magiari distinguono questo bacino da tutti gli altri dandogli il nome di Alföld o «Terre Basse» per contrapposto al Felföld o «Altipiano.» Č un paese uniforme, senza ondulazioni, senza protuberanza d’alcuna specie e che presenta dovunque lo stesso aspetto monotono. Eccettuati i promontori che partendo dal piede delle montagne si inoltrano nella pianura come in un mare e che si succedono fra il Danubio e la Tisza con vette ondulate, alte intorno a 60 metri, null’altro interrompe la linea regolare dell’orizzonte. Il suolo č bensě leggermente inclinato, ma in modo che non appare all’occhio, e solamente lunghe dune appena visibili, o disposte in lunghi filari paralleli, occupano le regioni sabbiose mentre si mostrano qua e lŕ rotondi monticelli o «tumuli dei Kumani, dei Turchi, dei Tartari, di Attila, delle Sentinelle.
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