Naturalmente, una regione tanto vasta come l’anfiteatro dei Carpazi deve presentare una grande varietà di climi, secondo la elevazione, l’esposizione e la vicinanza o lontananza delle montagne e dei fiumi. Nella montuosa Transilvania ogni grande vallo ha un clima speciale; ve n’è anzi una, quella dell’Aluta superiore, che deve alla sua porta della Torre Rossa, aperta verso la Rumania una grande frequenza di venti del sud simili allo scirocco degli Appennini e al fœhn delle Alpi. Ma, indipendentemente da tutti questi climi locali, il clima generale dell’Ungheria, in tutta l’Europa al di qua dei Carpazi, è quello che presenta il carattere più continentale ed i maggiori estremi. Secondo taluni igienisti, la così detta febbre ungherese che ha decimato più volte eserciti invasori e fa tanta strage fra gli immigrati stranieri, sarebbe cagionata non dai miasmi delle paludi, ma dai rapidi cambiamenti di temperatura. Gli abitanti del paese però sanno premunirsi contro queste repentine transizioni.(210)
Il clima di una regione è riflesso necessariamente dalla sua flora, e la pianura dell’Ungheria non può rassomigliare che alle steppe russe per la sua vegetazione spontanea, nonostante il baluardo dei Carpazi che separa il bacino del Danubio da quelli del Dniester o del Dnieper. Ed infatti i botanici constatano che un gran numero di piante di origine orientale sostituiscono nelle pianure ungheresi molte varietà di piante dell’Occidente, e si sarebbe osservato che da un secolo a questa parte l’aspetto generale della flora magiara si è sensibilmente accostato al tipo asiatico, trovandosene la ragione nel clima divenuto più rigido.
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