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      Nell’Ungheria soltanto si completò il tesoro della loro lingua, quando il figlio di Arpád, respinto verso l’Occidente dai Petscieneghi, i Peincenez della canzone di Rolando, si stabilirono sulle rive del Danubio, e si trovarono in contatto cogli Sloveni della Pannonia. Questi divennero poi a poco a poco Magiari per costumi e per lingua, ed unendosi al popolo conquistatore gli fornirono tutte le parole relative al mezzo geografico e sociale nel quale era entrato. Centinaia di denominazioni relative alla religione, allo Stato, all’agricoltura, ai mestieri d’ogni genere, alle vesti, ai cibi alla navigazione fluviale dimostrano quanto grande sia stata l’influenza dei popoli slavi sulla civiltà magiara.(217)
      È realmente meravigliosa la forza di resistenza onde fecero prova gli Ungheresi, quando entrarono nel paese sotto il comando di Arpád, in numero di circa duecentomila guerrieri, forse un milione d’individui. Cangiando di suolo e di clima, malgrado fossero circondati da popoli ostili, sono riesciti a costituire una nazione colla sua lingua speciale, con una ricca letteratura ed una storia politica indipendente, piena di imprese gloriose. Hanno saputo conservarsi per dieci secoli, non solamente contro popoli di origine diversa, come gli Slavi e i Tedeschi, ma anche contro le nazioni vicine, alle quali erano legati da vincoli di parentela. Ivi hanno dovuto sottostare al giogo dei Turchi per centocinquant’anni, ed anzi in molte occasioni sono stati loro alleati contro l’Austria, non ne hanno però subìto l’influenza e sono rimasti Magiari.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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