I conflitti sanguinosi del 1848 e del 1849 continuano ancora nelle scuole a cagione della lotta delle lingue.(222)
Fortunatamente la religione non può diventare in Ungheria un mezzo di dominio come la lingua. Benchè il calvinismo sia tal-volta indicato in Transilvania colla denominazione di «religione magiara,» quella parola ha un valore specialmente etnologico, perchè in quel paese i Tedeschi sono luterani e i Rumani appartengono al rito greco. Nell’Ungheria propriamente detta, i cattolici sono la grande maggioranza. Durante la Riforma, la popolazione si era convertita in massa alla nuova religione, ma la reazione religiosa, coll’aiuto del giudice o del carnefice, ricondusse la maggior parte dei Magiari alle pratiche dell’antica fede. «Meglio un deserto che un paese popolato di eretici!» diceva Ferdinando II.(223) In un documento di cancelleria, redatto al principio del secolo XVII è attribuita all’Austria la missione di «rendere l’Ungheria cattolica, tedesca e miserabile.» Lo scopo fu raggiunto in parte e, cosa strana, se i calvinisti e i luterani di quel paese non fossero stati sostenuti nella loro resistenza dai musulmani della Turchia, sarebbero stati costretti all’abiura sino all’ultimo, come avvenne dei protestanti tirolesi, stiriani e tzechi.(224) Ora però, i ricordi degli odî religiosi sono quasi interamente scomparsi in Ungheria, e vi sono pochi paesi in Europa dove le diverse professioni religiose abbiano maggior tolleranza le une colle altre. Dal punto di vista della storia contemporanea e dei futuri destini dell’Ungheria, le differenze di lingua e di nazionalità hanno ben maggiore importanza delle differenze religiose.
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