I Ruteni o piccoli Russi, che sono i vicini orientali degli Slovacchi, abitano un lembo di territorio più stretto sul versante dei monti dove la Tisza e i suoi affluenti superiori hanno le sorgenti. I Magiari danno loro il nome di Oroszok, sinonimo di Russi, e sono realmente Slavi della stessa razza di quelli del bacino del Dniester. Si sono stabiliti in piccoli gruppi nelle immense foreste, che per l’addietro ricoprivano tutti i pendii dei Carpazi, e a poco a poco hanno occupato il vasto territorio dove si trovano oggigiorno, fra il Tátra e i monti della Transilvania; al pari degli Slovacchi, hanno essi pure usurpato sul dominio dei loro vicini che appartengono ad una razza diversa, e una quantità di distretti dove nel secolo scorso si parlava il tedesco, sono ora divenuti ruteni. I Russi dell’Ungheria, benchè siano fratelli di quelli del grande impero slavo e ritenuti dai panslavisti come futuri sudditi dello tsar, non hanno accolto certamente come liberatori i soldati di Paskiewitch, che si recarono nel 1849 a schiacciare l’insurrezione ungherese. Questa frazione della razza slava, che è la più tranquilla ed ha le minori pretese ad un’autonomia politica, si magiarizza a poco a poco sui confini della pianura, mentre nelle vicinanze della Transilvania si rumanizza. Vi sono distretti popolati interamente da Ruteni, dove non si parla che il valacco o l’ungherese; in molte chiese dove la liturgia è tuttora paleoslava, le prediche sono fatte in magiaro. Il loro centro principale è Unghvár, in ruteno Uchgorod.
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