La città d’Uj-Vidék, che chiamano Novisad (Neusatz dei Tedeschi), è diventata per essi un centro di attività letteraria, una specie di capitale intellettuale e religiosa; colà il celebre Safarik slovacco, pubblicò molte delle sue voluminose opere sull’etnografia e sulle lingue della sua razza: ivi si fondò la Società della «Giovine Serbia» (Omladina), tanto temuta dai Magiari come associazione politica. Rappresentando la Jugo-Slavia, i Serbi dell’Ungheria meridionale hanno il grande vantaggio di avere un appoggio negli Slavoni d’oltre il Danubio, negli abitanti della Serbia indipendente, ed anche nei Croati, nei Dalmati austriaci e in tutti gli Slavi della Turchia; non li unisce però a tutti quei popoli il legame di una religione comune. Fra i Croati cattolici e i Serbi ortodossi greci i dissensi sono numerosi, e così pure i Chohaczi o Bunyevaczi cattolici vivendo in gruppi isolati fra i Serbi dell’Ungheria e colonie compatte a Szabadka (Maria Teresiopoli) e nei dintorni, sono frequentemente in discordia fra loro, benchè discendano dallo stesso ceppo e parlino la stessa lingua. Essi si danno il nome di Dalmati, e secondo le loro tradizioni, vennero effettivamente dall’Illiria al principio del secolo XVII.
Sul territorio dell’Ungheria propriamente detta vivono altri Slavi: più di centomila Croati hanno oltrepassati al nord i confini del regno uno e trino molti Vendi o Sloveni si mescolano ad essi verso le frontiere della Cisletania: ventimila bulgari, distinti pel loro amore al lavoro e all’istruzione, si frammischiano in gruppi isolati ai Rumani del Banato, e non pochi Polacchi si sono stabiliti sul versante meridionale dei Carpazi galiziani.
| |
Uj-Vidék Novisad Neusatz Tedeschi Safarik Società Serbia Omladina Magiari Jugo-Slavia Serbi Ungheria Slavoni Danubio Serbia Croati Dalmati Slavi Turchia Croati Serbi Chohaczi Bunyevaczi Serbi Ungheria Szabadka Maria Teresiopoli Dalmati Illiria Ungheria Slavi Croati Vendi Sloveni Cisletania Rumani Banato Polacchi Carpazi
|