Gli uni discendenti dai pastori nomadi che percorrevano le pianure, erano i Fraduci; gli altri che abitavano i distretti minerarii, taglialegna, carrettieri e minatori, si chiamavano Pofani. Ora queste antiche tribù scompaiono mano mano. Per poco istruiti che siano, tutti i Rumani dei Carpazi sanno bene che la loro razza è una delle più numerose dell’Ungheria e parla una lingua della stessa origine di quella delle potenti nazioni dell’Occidente. Sanno pure che i loro fratelli i Moldavi ed i Valacchi sono uniti in nazione indipendente e perciò si sviluppa necessariamente fra loro un certo sentimento di solidarietà patriottica; ma come popolo, sono ancora ben lungi dal pensare ad acquistare la loro autonomia. Durante la guerra dell’Ungheria con l’Austria, si sollevarono contro i signori, come avevano fatto i loro antenati nel 1784, incendiando le città, demolendo i castelli, mettendo a morte intere famiglie; però si riterrebbe a torto che questa guerra di sterminio fosse soltanto la conseguenza di un odio di razze. I contadini rumani non erano più servi, poichè la dieta ungherese già da qualche tempo li aveva liberati dalla gleba; ma credendosi minacciati da una nuova schiavitù, prendevano l’occasione per sfogare l’odio di molti secoli, mentre la loro rivolta era pure istigata da agenti austriaci, rappresentanti il potere imperiale.
Da quel tempo le circostanze sono cambiate. I coltivatori rumani hanno avuto il tempo di abituarsi al loro titolo di proprietarî e se disgraziatamente non sanno sempre serbare la loro parte del suolo in causa delle loro abitudini d’imprevidenza e dell’usura che li rode, se la prendono cogli Ebrei della propria sfortuna.
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