Fin dal principio della storia degli Ungheresi i principali intermediarî del commercio nella grande pianura dei Carpazi erano Israeliti, questi, insieme cogli «Ismaeliti» bulgari, si occupavano di scambiare il bottino portato dai Magiari nelle loro spedizioni di saccheggio, e per loro mezzo si faceva il commercio degli schiavi.
      È vero che sovente essi medesimi furono ridotti a vera schiavitù ed oppressi in tutti i modi; parecchi ebbero a subire la morte sul rogo. Ma il denaro che sapevano guadagnare ad onta dell’oppressione costringeva sempre i sovrani ed i nobili dell’Ungheria a lusingare gli Ebrei e talora ad accordare loro privilegi temporanei. Soltanto nel 1867 gl’Israeliti furono assimilati agli abitanti cristiani dell’Ungheria pei diritti civili e politici; ma la loro religione non è peranco formalmente riconosciuta come giuridicamente eguale ai culti cristiani. Il proselitismo ed i matrimoni misti sono loro proibiti, si dice pure che, non ostante la costituzione, i Székely siansi fin’oggi opposti formalmente a lasciar metter piede agli Ebrei sul loro territorio: appena uno di essi si presenta in qualche loro villaggio, lo riconducono gentilmente ai confini del comune, invitandolo a non ritornare più.(240) Però se ne trovano in alcune città.
      Dopo il secolo scorso, il numero degli Israeliti è accresciuto nel paese in modo prodigioso: in cento anni si sono probabilmente ottuplicati. In certi distretti abitati da Slovacchi e Ruteni, sono già in maggioranza: Munkács è città più ebrea che cristiana, Budapest, dove non si contava che un migliaio di Israeliti nel 1836 ne aveva 42,000 nel 1880, sì che dopo Varsavia, è la più gran città ebrea del mondo.