La fecondità degli Ebrei è assai considerevole, e si è constatato che resistono meglio delle altre razze dell’Ungheria alle epidemie ed alle malattie endemiche. Così nella città insalubre di Budapest, la loro vita media è almeno due volte più lunga di quella degli altri abitanti: si direbbe che l’atmosfera si purifica intorno ad essi.(241) Mentre durante gli anni 1872 e 1873 il cholera fece diminuire di numero Magiari, Tedeschi, Rumani, e Slavi d’Ungheria, gli Israeliti aumentarono, sia in causa della loro immunità relativamente alle epidemie, sia piuttosto in causa delle cure che hanno pei fanciulli, e del loro spirito di solidarietà. L’immigrazione contribuisce pure, per una gran parte, ad aumentare la popolazione israelitica del paese. Dalla Galizia, dalla Polonia, dalla Russia, gli Ebrei marciano tacitamente alla conquista dell’Ungheria e dell’altipiano transilvano. Quasi in tutti i villaggi slovacchi, ruteni, rumani, anche nei più poveri, il popolo eletto, è già rappresentato da un prestatore di denaro. In molti siti, donde i suoi antenati erano sbanditi, e dove l’Ebreo è ancora il solo della sua razza, egli non tarda a diventare il padrone, giacchè è lui che tiene albergo e bottega, è lui che vende a credito l’acquavite e che, occorrendo, anticipa piccole somme ai suoi debitori mediante buona ipoteca. Ne risulta che a poco a poco la terra passa nelle mani dell’Israelita. Il disgraziato contadino che vede la sua proprietà fuggirsene solco per solco, maledice in cuor suo colui che lo rovina, ma non ha nè la volontà nè la forza di farne a meno, e scava egli stesso l’abisso di miseria in cui deve cadere.
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