I cavalli del paese sono assai apprezzati in causa del loro ardore, della sicurezza del passo, della grandissma forza di resistenza, e lo Stato possiede grandi stazioni di monta dove procura di conservare e migliorare la razza. Il numero delle pecore invece è assai aumentato; i Magiari, che sogliono venir riputati di preferenza un popolo di cavalieri, sono diventati durante il corso del secolo un popolo di pastori: dove i Magiari sono meno commisti ad altre razze, ivi appunto le più grandi mandre di pecore errano nella puszta. L’allevamento dei suini è un’altra industria nazionale, e più ci si avvicina alla Serbia più si vedono bande di maiali errare in gran numero intorno alle case dei contadini.(252) I prosciutti di Temesvár disputano la palma a quelli di Magonza pel loro gusto squisito.
Non ostante la fertilità del suolo, l’agricoltura dell’Ungheria ha grandi svantaggi, paragonata a quella dei paesi dell’Europa occidentale. A cagione del clima estremo e mutabile la coltura del suolo è un vero giuoco d’azzardo: molto più che in Francia ed in Italia il campagnuolo è in balia dei capricci del tempo. Se le pioggie e le siccità non mettono ostacoli allo sviluppo della vegetazione, egli deplora il suo eccessivo vigore; che se egli si dà invece molta fatica, a nulla gli giova tutto il suo lavoro se durante mesi intieri non cade goccia d’acqua, o se il vento delle steppe russe viene a soffiare turbinando e ad abbattere i raccolti. Niente è sicuro, finchè il raccolto non è riposto nel granaio.
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