I Magiari, pieni di zelo patriottico per lo splendore della loro città, hanno a cuore di accrescerne i tesori d’arte e di scienza e la folla dei visitatori si accalca continuamente nelle gallerie del museo per contemplarvi le tele, le statue, le collezioni nuovamente acquistate. La parte dell’edificio consacrata alla storia naturale contiene quasi 300,000 esemplari di animali d’ogni specie, ricchi erbari, una bellissima raccolta di fossili, e, fra altri campioni di mineralogia, le pietre preziose ed i magnifici cristalli forniti dalle roccie diverse dall’Ungheria del Nord, dal Banato, dalla Transilvania. Il gabinetto delle antichità preistoriche è uno dei più curiosi dell’Europa, giacchè l’Ungheria che era creduta, non è molto, poverissima di avanzi delle civiltà anteriori alla storia scritta, è uno dei paesi dove si fanno i maggiori scavi nel suolo delle paludi, negli smottamenti e nelle frane delle miniere, ed è il Museo nazionale che accoglie la maggior parte degli oggetti preziosi: vi si ammirano sopratutto gl’istrumenti di rame puro provenienti dalla Transilvania, dove se ne rinvennero ammassi di parecchi quintali. Anche fra le iscrizioni e le monete, che sono più di 90,000, si trovano molti documenti d’alta importanza, e ciò che forma l’interesse eccezionale di quel Museo epigrafico, è ch’esso proviene per intiero dal paese e permette quindi di ricostituire una storia locale della Pannonia.(272) La collezione etnografica raccolta in gran parte a spese della nazione del viaggiatore Xantus, è interessantissima.
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