Più al sud, il passo delle «Porte di Ferro» dove nascono acque che vanno a gettarsi nella Maros, era difeso dall’antica Ulpia Trajana, erede della città dacia di Sarmizegethusa; adesso in questa regione della Transilvania non vi sono che borghi senza importanza. In una valle laterale trovasi il borgo di Vajda Hunyad (Hunedoare), luogo di pellegrinaggio degli Ungheresi, in causa del Castello che vi fondò il «vaida» o voïvoda Hunyade, il cui nome è rimasto tanto popolare fra i Rumani ed i Magiari. Si lavora da una quindicina di anni alla riparazione di questo antico palazzo.
      La più grande città della Transilvania, che giace nel bacino del-l’Olt o Aluta, è Brassó o Brasov, meglio nota sotto il suo nome tedesco di Kronstadt, sebbene i «Sassoni» vi formino appena il terzo della popolazione; essa è circondata da villaggi ungheresi e rumani, di cui il principale è Hoszszufalu (Satu lung). L’Olt passa poi a Fogaras (Fgrachu) poi, dopo aver accolto il torrente che discende da Nagy-Szeben (Sibiu, Hermannstadt, l’antica Cedoniæ), il centro ecclesiastico dei Sassoni, fugge al sud verso la Rumania per l’aspra gola della Torre Rossa. Nagy-Szeben, la «Città Rossa» dei Turchi, è la chiave dell’Ungheria per gli eserciti che vengono dal Sud: è città tedesca d’aspetto ed offre anzi un miglior tipo di città «sassone» di quelle della Germania occidentale, appunto perchè subì pochi cambiamenti; è però senza anima, popolata da funzionari, da impiegati e da soldati.(277)
      VII.
      GALIZIA E BUCOVINALA POLONIA E LA RUTENIA AUSTRIACHE.