La Galizia e la Bucovina giacciono fuor del baluardo dei Carpazi ed appartengono all’Austria per una violazione della geografia. Per la pendenza del suolo, il corso delle acque, i fenomeni del clima, queste contrade fanno parte della grande pianura che si stende dai Sudéti ai monti Altaï; per la popolazione polacca e rutena che occupa la maggior parte della Galizia e della Bucovina si distinguono altresì dal restante della monarchia Austro-ungarica: del resto ne fanno parte da poco più d’un secolo. Annettendo allora al suo impero i paesi d’oltre i Carpazi il governo di Vienna non violava solamente le frontiere geografiche naturali, ma, cosa ben altrimenti grave, violava eziandio il diritto delle popolazioni alla loro indipendenza politica. Come diceva Maria Teresa stessa prima di firmare il trattato secreto di divisione della Polonia, essa «prostituiva il proprio onore e la propria riputazione per un miserabile pezzo di terra.» Ma, secondo la frase di Federico II, «colei prendeva sempre, piangendo sempre.»(278) Colla ripartizione del 1772, l’Austria s’aggiunse tutto il paese dell’alto Dniestr, della regione dell’alto San e del Bug superiore colle città di Halicz, Lwów (279) (Leopoli, Lemberg), Brody; qualche anno più tardi fece aggiungere a quel dono una parte dei territorî strappati alla Turchia dai Russi, ed il paese ruteno e rumano di Bukovina fu annesso alla Galizia rutena e polacca;(280) nel 1795 un nuovo patto concluso a Pietroburgo accresceva il territorio austriaco d’un altro lembo tolto alla Polonia ai due lati della Vistola; finalmente nel 1846, l’Austria, stracciando un trattato ch’essa stessa aveva dettato, sopprimeva la piccola repubblica di Cracovia, debole avanzo di ciò che fu la Polonia, per incorporarla nel suo vasto impero.
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