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      Dopo il Tátra, le montagne che presentano l’aspetto più imponente sono i Carpazi orientali, i quali hanno ancora in gran parte conservato sulle loro falde immense foreste, dal mezzo delle quali s’innalzano qua e là le bianche pareti delle rupi. Nella sua regione montuosa, la Bucovina merita sempre il nome slavo di «Paese dei Faggi.» Intorno alla massa montuosa dominata dalla Scerna Gora o Montagna Nera, presso alle frontiere comuni dell’Ungheria, della Transilvania e della Bucovina, si può camminare per centinaia di chilometri restando sempre nel fitto dei boschi.(281) Nella parte meridionale del paese, ai confini del territorio moldavo, qualche vetta trachitica accresce col contrasto delle sue forme la bellezza pittoresca dell’insieme; ma in alcune regioni dei Carpazi galiziani, specie nei distretti di Stanislawów e di Kolmoyja, mancano nelle valli acque correnti, perchè scompaiono nelle profondi screpolature del calcare o pei numerosi meati che si aprono nelle rocce e non riappaiono che ad una grande distanza a valle nelle campagne basse.
      Alle falde settentrionali dei Beskidi e dei Carpazi si estende bensì qualche pianura unita, specialmente quella dove si riuniscono il San e la Vistola, ed i terreni palustri dove s’accumulano le prime acque nel Dniester; considerata nel suo insieme, la bassa Galizia è però un altipiano ondulato, d’una elevazione media non inferiore a 250 metri, il quale serve veramente di spartiacque fra il mar Baltico ed il mar Nero. In seguito alla grande curva che forma in questo sito il baluardo dei Carpazi, i corsi d’acqua devono sfogarsi irraggiando in diversi sensi, gli uni al nord colla Vistola, il «fiume Bianco» degli antichi slavi, gli altri all’est col tortuoso Dniester, od al sud-est od al sud col Prut e col Seret.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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