L’altipiano poco elevato della Podolia offre alle pianure della Galizia un debole riparo contro i venti del mar Glaciale, mentre al sud e al sud-ovest il bastione dei Carpazi arresta i venti tepidi del Mediterraneo; l’esposizione generale del paese è precisamente a nord-est; da quel lato vengono a battere direttamente le correnti atmosferiche venute dal polo. In estate, i calori sono fortissimi; l’inverno i freddi sono terribili.(284) Per solito il gelo dura senza interruzione pei tre mesi d’inverno; a Tarnopoli, nelle colline di Podolia, la temperatura media si mantiene per cinque mesi al disotto dello zero. Abituati a questo clima rigoroso, i montanari dei Beskidi e dei Carpazi che discendono ogni anno nelle pianure dell’Ungheria e della bassa Austria per guadagnarvi la vita come manuali o facchini, si ammalano facilmente e ritornano nelle loro care montagne, pallidi, macilenti febbricitanti.
Al nord dei Carpazi la lotta delle razze non mette punto alle prese gli Slavi ed i Magiari, come in Ungheria, nè gli Slavi ed i Tedeschi, come in Moravia ed in Boemia. Non vi sono Ungheresi nel paese; i Tedeschi o «Schwaben» come vengono di solito chiamati, sono relativamente poco numerosi, e vivendo per la maggior parte come stranieri, non devono abituarsi a parlare il polacco ed il ruteno; soltanto nelle grandi città, e qua e là nelle campagne della Galizia occidentale, costituiscono colonie omogenee e possono serbare lingua e costumi. Molti Tedeschi, condotti nel secolo scorso come coloni agricoli, o venuti dipoi in qualità di minatori, si sono completamente slavizzati in apparenza; come tutti i loro compatriotti arrivati anteriormente.
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