Quelli che abitano la pianura al piè dei Carpazi e lungo la Vistola sono noti in generale, sebbene a torto, sotto il nome di Masuri, proprio dei Polacchi della Prussia orientale; essi pure, sebbene meno poveri dei Polacchi della Slesia, hanno molto a soffrire. Mancando quasi sempre di un nutrimento abbondante, sono fiacchi e senza forze, hanno le guancie pallide; di buon’ora il loro dorso s’arrotonda e si incurva. Per un contrasto singolare però, le donne, quantunque deboli al lavoro, hanno una grande apparenza di vigore: si direbbe che appartengono ad una razza diversa dagli uomini, tanto sembrano loro superiori per la solidità fisica. Portano un costume d’apparenza quasi asiatica, un fazzoletto bianco o rosso annodato a forma di turbante, una veste di colori vivaci, aperta sopra una camiciuola bianca. La varietà dei costumi è più grande negli uomini che nelle donne, avendo ogni villaggio le sue fogge particolari. Ad onta della loro miseria, i contadini si compiacciono dei pennacchi, delle piume, dei bottoni di metallo, dei fiori, dei ricami a colori brillanti. Non è punto alla sporcizia, ma piuttosto alle privazioni d’ogni specie che devesi attribuire quella malattia terribile, la «plica polacca» che infierisce fra i Masuri e si dice importata dai Tartari nel secolo decimoterzo. Nelle persone colpite da questa affezione, i capelli diventano a poco a poco foltissimi, fino a che si cambiano in una massa putrida, mista a grumi di sangue.
112. - I POLACCHI DELLA GALIZIA.
I Polacchi dei Beskidi e dei loro contrafforti sono conosciuti sotto il nome di Gorali, parola che significa semplicemente «montanari.
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