I Rumani, così invadenti altrove, hanno dovuto cedere nella Bucovina sotto la pressione delle popolazioni rutene. Del resto questo paese, per quanto poco esteso è una delle regioni d’Europa dove i rappresentanti del maggior numero di razze si incontrano in gruppi misti. Ben dieci razze diverse si confondono nelle valli superiori del Pruth e del Sereth. Colonie di Polacchi sono immigrati nel paese dietro ai Ruteni; Székely magiari non hanno avuto che da attraversare i Carpazi per stabilirsi qua e là nelle campagne che trovavano di loro convenienza; Czechi sono stati condotti come minatori in Bucovina, e vi si sono fissati in modo permanente; Tedeschi, in gran numero, hanno fondato villaggi agricoli o minerari, specie al tempo di Giuseppe II. Qualche migliaio di Russi, appartenenti alla setta dei Lipovani o Filiponi, hanno dovuto rifugiarsi nel paese per poter seguire il loro culto. Parimenti armeni, venuti fin dall’undecimo secolo, e rinforzati più tardi da numerosi correligionari, si sono raggruppati in comunità prospere a Czernowitz, a Suczawa ed in parecchie altre città. A queste diverse popolazioni della Bucovina conviene aggiungere ancora l’inevitabile Ebreo, intermediario necessario del commercio in tutto l’Oriente slavo, e lo zingaro errante che rizza la tenda nelle oasi della foresta. In Bucovina non si praticano meno di otto culti differenti; ma la religione dominante è la greca, quella di quasi tutto l’Oriente slavo. Czernowitz è sede del patriarca posto a capo di tutta la Chiesa greca dell’Austro-Ungheria.
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