Come potrebbe essere diversamente, in un paese dove tanti contadini, attanagliati dall’usura, menano una vita così miserabile! In molti distretti della Rutenia i casolari, costrutti dai contadini stessi, non sono che palizzate ricoperte da un intonaco di calce e di fango e sormontate da un tetto di paglia. Si nutrono di zuppe e paste inaffiate da cattiva acquavite, quella fatale horylka, per la quale il contadino dimentica moglie e figli. La maggior parte dei cereali che non sono immediatamente consumati nel paese va alle distillerie; e quando per disgrazia, il raccolto annuo è mancato, la povera gente, assolutamente sprovvista di tutto, dovrebbe morire di fame se i proprietari del suolo o gli Israeliti non facessero loro qualche magra anticipazione che bisognerà rimborsare l’anno appresso. Sempre indebitati, questi contadini sono veri servi; il nome solo è cambiato. Essi sono inoltre in gran parte assai ignoranti; nel 1876 v’era in Bucovina un solo giornale, un foglio officiale di decreti e di annunzi!
115. -- CRACOVIA E WIELICZKA.
La vendita della legna, che aumenta sempre più di valore e che i taglialegna non hanno che a consegnare alla corrente della Vistola o del Dniester, è una delle principali risorse del paese; l’esportazione del bestiame ha pure un’importanza crescente. Negli ultimi anni, anche la coltura del luppolo, quasi nulla a metà del secolo, si è molto sviluppata, specie all’oriente della capitale e la birra, bevanda che era poco conosciuta nel paese, comincia a disputare all’acquavite la tavola dei bevitori;(292) non per tanto il luppolo della Galizia, sebbene assai apprezzato nelle esposizioni, non ha peranco la fama di quello della Boemia, ed i negozianti di Leopoli spediscono il loro luppolo sotto una bolletta frodolenta, col nome di Saaz, la città czeca più celebre pei suoi luppoli.
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