La catena, un po’ meno alta del Böhmerwald e molto più uniforme, nulla ha di grandioso, tranne nelle valli profonde della sua base meridionale. Numerose strade, utilizzando gole simili a larghi solchi, tagliano trasversalmente la massa alpestre e rendono facili le comunicazioni fra i due versanti. Queste abitazioni, queste colture, queste strade danno alle cime arrotondate dell’Erzgebirge un aspetto ben poco diverso da quello di molte pianure ondulate; solo verso le estremità del lungo giogo, dove i monti s’abbassano, assumono forme più nuove e diverse e maggior grazia pittoresca. All’ovest, la catena va perdendosi in un dedalo di punte confuse, che si riattaccano al Fichtelgebirge; all’est, termina colle bizzarre rocce di grès della «Svizzera Sassone,» al piè delle quali serpeggia l’Elba, quando è uscita dalle gole della Boemia.(305)
All’est dello sbocco del fiume, i diversi massi del sistema dei Sudéti formano il contrapposto geologico dell’Erzgebirge. Una fila di antichi vulcani di basalto e di fonolite comincia questa parte del baluardo nord-orientale della Boemia; sono i monti della Lusazia, dominati dal Luze, dall’Oybin e dal Pfaffenstein, e prolungati dalla cresta schistosa dei Jeschken o Jested. Più al nord, separate dai Jeschken da una larga pianura, s’innalzano le tre file parallele dell’Isergebirge, colle lunghe creste di granito, ed i dirupi schistosi e cristallini del Riesengebirge (in czeco Kroknose) o «Monti dei Giganti,» i quali, fra tutte le montagne della Germania centrale, ricordano meglio la forma ardita delle grandi Alpi; le loro vette sono le più alte dell’Europa fra i Carpazi ed i monti Scandinavi.
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