Più elevate delle cime del Böhmerwald, quelle del Riesengebirge hanno anche aspetto più grandioso, in causa del loro isolamento, del rapido declivio delle loro pareti e del contrasto che la povera vegetazione delle vette presenta colle foreste folte della base; come nelle Alpi, grandi pascoli si estendono sulle vette ed i pastori vanno ad abitarvi in estate entro capanne o bauden (baiti), dove preparano il burro ed il formaggio profumato da erbe aromatiche. Le montagne dei Giganti non hanno le ricchezze sotterranee che hanno fatta la prosperità delle popolazioni dell’Erzgebirge; gli abitanti hanno dovuto occuparsi di piccole industrie manuali, aspettando che i grandi lavori delle manifatture li chiamassero sulle rive dei torrenti che discendono dalla montagna. Le più alte cime dei gruppi montuosi e le catene più elevate che se ne staccano sono in Boemia; ma per la disposizione generale dei suoi versanti, come pure per la lingua che si parla nelle sue valli e per l’origine delle leggende connesse ad ogni cima, il Riesengebirge appartiene più ai Tedeschi che agli Czechi. All’est di questa massa montuosa, i gruppi che continuano irregolarmente la trina dei Monti dei Giganti sono impicciati in un vero dedalo di formazioni diverse, dominate dalla cresta granitica dell’Adlergebirge e dalla piramide dello Schneeberg. A quest’ultima montagna si riattaccano i Sudéti propriamente detti, la cui cima più alta è un monte d’aspetto venerabile, noto sotto il nome di «Vecchio Padre» (Altvater). La regione montuosa dei Sudéti, all’est del Riesengebirge, è tagliata da gole, antichi stretti, dove i terreni delle diverse epoche si deposero successivamente fra le masse di rocce cristalline.
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