Al centro stesso del bacino della Boemia si elevano le vette chiamate montagne de Hrbeny e di Brdo; il geologo Gioachino Barrande ne ha studiate le rocce paleozoiche con tanta scienza e sagacia da tener dietro alle migrazioni ed alle colonie dei fossili;(307) hanno inoltre una grande importanza per le loro miniere numerose. Più al nord, in mezzo a terreni di sedimento, si sollevano qua e là coni di basalto di cui alcuni presentano colonne regolari simili ad enormi templi sovrapposti, mentre altri projettano ai due lati d’un asse centrale fasci di rami divergenti, che danno all’intiero gruppo l’aspetto di un immenso e bizzarro vegetale pietrificato all’improvviso: si può citare per esempio il basalto del Workocz, che si vede presso all’Elba, al sud della città d’Aussig. Un’intiera massa vulcanica, il Mittelgebirge, occupa la parte settentrionale della Boemia ai due lati dell’Elba. E un insieme bizzarro di coni, alcuni isolati, altri aggruppati a circolo o disposti a piramidi; alcuni s’innalzano appena qualche metro, e sono semplici ammassi di scorie; altri invece si elevano anche a 500 e perfino a 800 metri d’altezza, ed il loro profilo, secondo Humboldt, è tanto regolare quanto quello del Cotopaxi. Le lave di questi antichi vulcani affettano le forme più diverse, dove ammucchiate in sfere, dove distese in vaste tavole orizzontali, oppure frammentate in colonne. Vecchi castelli, cappelle, romitaggi appollaiati su cocuzzoli di lave, danno un aspetto ancora più bizzarro e pittoresco a questa tormentata regione.
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