Dal che si può concludere che, allorquando le foreste dell’Erzgebirge erano ancora disabitate, i coloni tedeschi si sono insinuati fra i Zendi della Sassonia e gli Czechi della Boemia.(316) All’ovest dell’Elba, gli Slavi si avvicinano maggiormente al piè dei monti ed anzi in un punto si sono mantenuti in picciol numero all’infuori della frontiera nella Slesia prussiana. Al di là il dominio della lingua slava trovasi singolarmente ristretto dalle terre di lingua tedesca; una metà della Slesia austriaca è stata germanizzata da secoli, come pure una gran parte della Bassa-Moravia, sottomessa all’influenza di Vienna. Fra Brünn e Olmütz, il territorio czeco non oltrepassa 60 chilometri di larghezza e qua e là alcune isole di popolazione tedesca, specie quella d’Iglau, diminuiscono ancora la superficie di questa penisola avanzata del grande continente slavo. Del resto vi sono distretti intieri le cui popolazioni sono «bilingue» o parlano indistintamente le due lingue, ed il cui tipo non è abbastanza accentuato perchè lo si possa classificare nell’una o nell’altra razza. Soltanto in modo approssimativo si valutano adunque gli Czechi puri ed i loro fratelli della Moravia e della Slesia a quasi i due terzi della popolazione totale.(317) Salvo nella zona che si stende al nord-ovest di Praga, fra la valle dell’Eger e quella della Berunka, sembra costante, anche dietro la testimonianza degli scrittori tedeschi, che nel conflitto delle due lingue alle prese fra loro l’idioma slavo prevale da per tutto, e le isole linguistiche perdono rapidamente il loro carattere nazionale.
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